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I Soliti Ignoti: la Rai chiama il restauratore del Matese

    L’arte del restauro del Matese in Rai grazie a: Raffaele Cappiello.

    Era una giornata piovosa di Novembre, una di quelle lente e monotone, quando ricevo una e-mail dalla redazione Rai che mi invitava a partecipare alla trasmissione I Soliti Ignoti.
    Sembrava uno scherzo architettato da un bontempone, i soliti amici che ti animano le giornate con la messa in pratica di idee strampalate.
    Invece no, una volta tornato a casa, ricevo una telefonata da Federico, redattore del programma, con l’invito ufficiale a partecipare alla trasmissione.
    Selezionato come: “eccellenza artigianale italiana“, per il mio carattere modesto e la mia umile ma nobile arte di restauratore, è stata una gratificazione sopra ogni complimento quotidiano, che ogni tanto, diciamolo, rimette i nostri sentimenti al giusto posto.
    Ed è proprio quello che ho cercato di trasmettere nel breve messaggio mediatico andato in onda, più che incentrare l’attenzione sulla mia persona, ho dato la sacrale importanza al restauro, di quanto sia un lavoro importante, della passione che serve per svolgerlo e della meticolosa e paziente maestria necessaria.

    Davanti al Teatro

    Inizia il viaggio verso la redazione de i soliti ignoti

    Il mio viaggio verso la capitale ha inizio con un treno Frecciarossa diretto a Roma Termini, dove, puntuale come un orologio svizzero, un’autista della Rai mi aspettava per condurmi allo storico Teatro delle Vittorie.
    L’impatto emotivo all’entrata del Teatro delle Vittorie è stato notevole.
    Mi ha fatto rivivere in un passo tutte le emozioni degli ambienti che di solito sono abituato a vivere attraverso il televisore di casa. Ambienti vissuti da teatranti e attori della televisione che hanno fatto la storia del cinema e dell’intrattenimento.
    Da questa prospettiva però è tutto più vicino, frenetico, vivo. Un brulicare fugace di passi che compiono azioni mirate, nei camerini, fuori i camerini, il passaggio di compiti tra i truccatori e i customisti, tutto un ricamo articolato di operazioni che rende la messa in onda della trasmissione un’opera d’arte irripetibile. Proprio come il restauro. Proprio come l’Arte in generale.
    A volte la vita è bizzarra, sceglie le persone in maniera casuale e le mette al centro dell’attenzione senza conoscere la loro preparazione ad andare in scena da protagonisti: è così che mi sento.
    In apnea tra un respiro e un altro, mi faccio coraggio, solco il palco da principiante.
    Assegnato il mio ruolo mi attengo alla scena, parte la sigla e l’emozione è fortissima, ma un senso di calma pervade la mia persona.
    Mi rendo conto che in fondo non siamo che attori tutti i giorni, la scena si ripete ogni volta ogni mattina, in fin dei conti il pubblico mi accoglie ogni giorno e mi balzano in mente tutti i familiari, gli amici, le persone a me care, che quando intercettano il mio sguardo ritrovano la voglia di sorridere ed è quello che ci rende eroi.
    Posso smettere di agitarmi, sono molto di più che un principiante!

    I soliti ignoti

    La trasmissione ha inizio e così le mie conclusioni su questa incredibile esperienza

    Il presentatore, un professionista della TV molto acclamato, non pecca di una virgola.
    La concentrazione che lo staff impiega sulla scena è massima.
    La loro tensione intercetta tutti noi partecipanti, che come loro, non possiamo che suonare le corde dello stesso violino, in tensione, come un’orchestra di archi operiamo nella stessa direzione, in armonia.
    Il resto lo potrete vedere nella trasmissione, ormai registrata negli annali della Rai alla voce i soliti ignoti.
    Io torno a casa.
    Dopo una giornata d’intense emozioni, con l’unicità che mi contraddistingue di essere stato in diretta nazionale, me ne torno soddisfatto.
    Un altro tassello nel bagaglio delle esperienze è stato messo. Mai avrei pensato che un artigiano del Matese, umile come me, potesse trascorrere un’esperienza unica e singolare come questa. Auguro a tutti voi di vivere più esperienze possibili, perchè solo da dietro le quinte si capiscono realmente le cose.

    Il palazzo da dentro

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